88 anni ieri

Il 23 agosto del 1927, ottantotto anni ieri, Nicola Sacco di Torremaggiore, Foggia, e Bartolomeo Vanzetti di Villafalletto, Cuneo, venivano giustiziati per un crimine, l’omicidio di una guardia e di un contabile del calzaturificio “Slater and Morrill” di Braintree, Massachusetts, Usa, che non avevano commesso. Cinquant’anni dopo, fu proprio il governatore di quello Stato a riconoscerne l’innocenza e l’estraneità alla vicenda. Sempre ieri, un amico sempre attento e mai scontato, sul suo profilo Facebook si chiedeva, ora, “quanta solidarietà riceverebbero in Italia due militanti anarchici”, concludendone che sarebbe davvero poca, forse nemmeno la sua. Concordo pienamente con lui (anche se penso che lui solidarizzerebbe, o almeno la sua parte “contadina”).

Sacco e Vanzetti vennero condannati perché radicali anarchici, ma anche perché italiani, e l’anarchismo, insieme al socialismo e alla mafia, e la loro diffusione, era una delle colpe che una certa retorica anti-immigrazione e anti-italiana (sì, ce l’avevano con noi su base etnica) attribuiva all’arrivo dei nostri connazionali. Due immigrati che oggi fossero accusati in Italia delle stesse cose di cui furono accusati loro negli Stati Uniti non riceverebbero alcuna solidarietà, forse nemmeno una citazione al Concertone del I Maggio, altro che Here’s to you, Nicola and Bart.

Di più, due anarchici, come diceva il mio amico, probabilmente non muoverebbero sentimenti solidaristici neanche se fossero italiani autoctoni, come non hanno mosso quei sentimenti la morte di Carlo Giuliani, l’incidente di Luca Abbà, la “distrazione” di Giuseppe Pinelli. Perché? Bah, credo perché chi pensa, parla e agisce fuori dal coro, da sempre, fa paura a chi in quel coro trova la sua parte, che sia essa di governo o di opposizione, comunque e sempre rispettosamente “istituzionalizzata”. Come spaventano le parole che ancora può dire un ormai ottuagenario “cattivo maestro”, quelle che sa scrivere uno scrittore che ha il coraggio di usarle, quelle che si possono leggere su un blog che nessuno finanzia.

“Però non siate preoccupati,/ noi siamo gente che finisce male: galera od ospedale!/ Gli anarchici li han sempre bastonati/ e il libertario è sempre controllato, dal clero, dallo Stato:/ non scampa, fra chi veste da parata,/ chi veste una risata…”.

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