Va bene, porto io le birre

Ieri scrivevo della sensazione da “grande match” che si prova nel pensare alle prossime sfide sulla legge elettorale che attendono maggioranza e minoranza del Partito democratico. Oggi, dopo aver letto i retroscena più o meno autorizzati usciti sui giornali, si ha come l’impressione di trovarsi in prossimità di una finale dei mondiali.

In sintesi, pare che Renzi intenda offrire agli oppositori interni una proposta del tipo: “approvate l’Italicum subito e senza alcuna modifica, e si va a votare nel 2016 con una trentina di capilista bloccati espressi da voi”. Capirete che quest’offerta è un po’ come la cravatta regalata a Tsipras qualche ora prima di immolarlo sull’altare della Bce: buona per impiccare i dissidenti, non per adornarne gli abiti.

Chi si oppone al segretario/presidente, di fronte a una simile situazione, ha di fronte due strade. La prima, è tenere il punto di dissenso e non votare la legge elettorale così com’è, per tutte le ragioni che loro stessi hanno detto e che qui non ripeto, con la possibilità concreta di essere messi alla porta, come ha spiegato il presidente del Pd Matteo Orfini.

La seconda, è accettare la “soluzione Renzi”, approvare la riforma, e uscire all’esterno come quelli che si sono venduti “per trenta poltrone”, correndo alle urne velocemente (ah, dimenticavo: e dal trentunesimo in poi? No, perché pure quelli dovrebbero votare per accorciarsi la legislatura e dato che il metro di valutazione dominante sembra essere esclusivamente la permanenza sul seggio), con le politiche previste per l’anno prossimo, archiviando tutti i discorsi sui “mille giorni di sé e di sé” e il Governo proiettato al 2018.  Magari, mettendo pure la fiducia sulla legge elettorale (unico precedente repubblicano nel ’53, con la “legge truffa”, per dire), così il quadro sarebbe completo, per la gioia degli alfani e dei cicchitti, I presume.

Ripeto, la sensazione è da finale (di partita o di partito dipende dai punti di vista), e di quelle importanti, da guardare con gli amici in tv, per quanti altro non possono fare, e forse nemmeno hanno più voglia di fare, dopo che per anni gli è stato spiegato di “lasciare fare a chi sa fare”, e non disturbare i manovratori.

Bene, sento un paio di persone, ci organizziamo per la casa, magari meglio quella con il televisore che si collega a internet, come usa al tempo dello streaming, e le birre le porto io; tanto, con qualunque risultato, non saremo noi che stiamo da questo lato ad alzare la coppa della vittoria.

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