L’inafferrabile

La vicenda della cravatta di buon augurio regalata a Tsipras e, appena ventiquattrore dopo, l’approvazione della decisione della Bce, definita “legittima e opportuna”, di non accettare più i titoli di Stato greci in cambio di liquidità, in pratica colpendo un Paese in difficoltà per imporre i propri dettami economici, è solo l’ultima delle dimostrazioni dell’inafferrabilità dell’attuale presidente del Consiglio.

Prima c’era stato il famoso #Enricostaisereno rivolto al suo compagno di partito Letta, e sappiamo come è andata a finire. Ma anche in campi più squisitamente programmatici, il comportamento non è dissimile. Ricordate quando Renzi diceva che l’articolo 18 non era “un problema per le imprese”? Ecco, appunto. O sulle valutazioni, come quella che lo vedeva ripetere fino allo sfinimento che il voto delle Europee non era un referendum sul Governo, ma il giorno dopo ha iniziato a venderlo come il via libera all’azione del suo Esecutivo. Oppure il medesimo patto del Nazareno, disconosciuto in un batter d’occhio, l’alleanza con il piccoli gruppi parlamentari, definiti in un lampo “partitini”, e adesso il sostegno a Tsipras durato un giorno e poi scontato in banca a Francoforte. Non c’entra la qualità delle scelte di volta in volta effettuate; in discussione è l’affidabilità dell’interlocutore.

Insomma, il segretario del Pd è veloce, si muove con destrezza e liquidamente fra le diverse posizioni e nelle più differenti situazioni. È il principe dal piè veloce, e per questo è anche apprezzato. Però, nei fatti, è inaffidabile, nel senso che chi si fida di lui, che sia Letta o Berlusconi, la minoranza interna del suo partito o il capo di un governo straniero, prima o poi rischia di rimanere deluso e spiazzato.

Ora, in questo strambo e triste Paese, il cinismo è visto come una virtù, l’imperscrutabilità delle proprie reali intenzioni intesa quale sintomo di sagacia e il venir meno alla parola data finalizzato alla realizzazione del proprio interesse guardato con sostanziale bonomia. Ma in politica non dovrebbe essere così: io dovrei sapere cosa vuole davvero e cosa farà la persona a cui do il voto qualora dovesse essere eletta, quali siano le sue mire reali, e dovrei essere sicuro che manterrà gli impegni che a parole assume in campagna elettorale.

L’inafferrabile Renzi è simpatico, ed è fortemente inserito negli idealtipi del carattere nazionale. Però è inaffidabile, nel senso proprio che di lui non ci si può fidare, come gli esempi di amici e avversari dimostrano. E quindi, a me che col voto dovrei fare espressione di fiducia, pone un problema: come posso fidarmi?

Questa voce è stata pubblicata in libertà di espressione, politica e contrassegnata con , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

1 risposta a L’inafferrabile

  1. armando scrive:

    Sicuramente inaffidabile e nominato non votato.

Lascia un commento