Quelli che seguono sono degli appunti, scritti di getto sulla tastiera senza il filtro della riflessione e pubblicati sul mio blog e nella mia pagina facebook senza nemmeno la rilettura che solitamente dedico ad ogni cosa che scrivo, dalla relazione all’sms.
Mi interessa condividere, con chi avrà la bontà e la pazienza necessarie per leggere queste poche righe, un pensiero che da stamane sta riempiendo la mia giornata. Un pensiero che si è formato dopo aver letto un brano del nuovo libro di Slavoj Zizek, “In difesa delle cause perse”, riportato su di un quotidiano. L’assunto di Zizek è che proprio in un momento di crisi culturale sia necessario un “Salto di Fede”; che proprio in un’epoca che sembra rigettare alle ortiche tutte le teorie, gli schemi analitici e riflessivi del mondo e della società finanche la semplice riflessione per abbracciare il “verbo” dell’azione, dell’agire sempre e senza preamboli, sia necessario ritornare agli ideali, al valore delle posizioni anche estreme nate dal pensiero e dall’analisi, per così dire, ideologica.
Zizek compie davvero un’operazione “controcorrente”. Ed il bello, o il brutto, è che mi ci ritrovo totalmente. Non nel concetto fideistico di adesione ad un ideale, certamente, ma nella necessità di un ritorno alla supremazia dell’idea sull’azione. Sarà per una mia personale tara, ma continuo a credere che fermarsi a pensare, a studiare il mondo per quello che è e per come si manifesta, analizzare le cause dei fenomeni e valutarne gli effetti con tutte le loro implicazione, ragionare intorno ai principi che sottendono ai processi che di volta in volta ci si trova ad affrontare sia l’unico modo per capire. E capendo si generano le idee, che, ma è solo una mia opinione, devono essere il vero movente delle azioni.
Ma sempre di più mi vado convincendo di essere una sorta di ailleurs fin-de-siècle, il personaggio di un romanzo di Huysmans, il retaggio di un tempo che non esiste più. Scusate il disturbo, e la noia che ho arrecato a chi in questo tempo avrebbe potuto fare altro di molto più interessante che leggere le mie parole. A chi invece questa riflessione che ho voluto condividere scrivendo è piaciuta dico grazie, “attraverso le desolate distanze dei tempi”.