Tema: Crisi di Governo. Svolgimento:

Salve a tutti,
            e ben ritrovati. Come andrà a finire questa crisi di Governo? E che ne so io, non sono mica Mastella. E già qui potrei chiudere.
            Ma qualche riflessione insieme con voi voglio comunque provare a farla. Come ho già scritto, ritengo sia stata un’ottima scelta “parlamentarizzare” la crisi, dire a tutti, cioè, il Governo ha fatto ciò, è al giudizio del Parlamento, decidessero deputati e senatori se ha o meno la maggioranza. In una democrazia sempre più “grandefratellizzata” un po’ di sano parlamentarismo costituzionale non guasta.
            Inoltre, e forse però a qualche vecchia volpe ciò piace ancor meno, passare attraverso un voto del Parlamento invece che correre al Quirinale dopo l’annuncio di Mastella dato alla terza camera della Repubblica, che è il salotto di Vespa ovviamente, fa sì che della politica se ne riapproprino le Aule e la crisi si sottragga al pilotaggio delle cabine di regia dei poteri forti e delle segreterie dei partiti. Forse per questo l’idea di andare subito da Napolitano è oggi accarezzata anche da Dalema.
            Allora che succederà? Di preciso, ovviamente non lo so. Ma propendo a credere che difficilmente si voterà nel 2008, forse nel 2009. E’ questo per una riflessione molto semplice. Fra qualche ora è previsto il voto di fiducia alla Camera, domani, invece, Prodi dovrebbe andare al Senato. A Montecitorio non ci saranno problemi. A Palazzo Madama, invece, la musica potrebbe essere diversa. Non escludo che ce la possa fare, fra mal di pancia, epidemie, ripensamenti e senatori a vita. Ma avrebbe senso una fiducia che non si basa solo sul voto politico al Senato ed in cui i senatori a vita sono determinanti? O ancora, che senso politico avrebbe una fiducia ottenuta solo perché a 5 o 6 senatori Udc è scoppiata la “prostatite acuta da walterveltronianum”, come ha detto Cossiga? Secondo me nessuno, e, ma è solo una mia idea, nemmeno secondo i prodiani. A questo punto, credo, le mosse del Professore vadano anche lette in un ottica un po’ più buonista rispetto a quella con la quale si è rapportato il centro destra al problema. Le elezioni subito e così come è la legge elettorale sarebbero una iattura in queste condizioni socio economiche dell’Italia. Il voto di sfiducia che Prodi dovesse ricevere al Senato, dopo aver incassato il via libera dai deputati, dimostrerebbe in maniera lampante e chiara l’inadeguatezza di tale sistema elettorale applicato al bicameralismo italiano.
            Ci troveremmo con un Governo sfiduciato a metà, e nessuno (a parte le ovvie ragioni di opportunità legate alla situazione) potrebbe impedire a Napolitano di sciogliere una sola delle camere. Lo so che è fantapolitica e che il buon Giorgio non penserebbe mai una cosa del genere. Ma mi serve a dimostrare che il porcellum ci ha cacciati in un buco senza via d’uscita e che tornare alle urne così ci potrebbe far ritrovare di nuovo in questa situazione, al di là del colore dell’esecutivo.
            Ciò che vedo più probabile è invece la fine del Governo Prodi sostituito da un esecutivo a guida, che so io, Marini giusto per non andare al buio verso le elezioni, consentire una guida del Paese, rifare la legge elettorale e andare a votare nel 2009. L’unico che potrebbe perderci è Berlusconi, che non è sicuro di essere ancora lui il leader del centro destra da qui al 2009, specialmente con un sistema elettorale diverso. Certo non ho la sfera di cristallo, ma ad oggi mi sembra la strada più percorribile e sensata. Vedremo.
            Certo è che di gatte da pelare sia Prodi, sia i vari leader di partito, sia Napolitano, ne avranno e non poche. Ecco perché ogni possibilità non è da escludere, anche quelle che sembrano più irrealizzabili. Come dire, in un tema la traccia è data, ma lo svolgimento è compito dell’alunno. Il problema vero è che poi è su quello svolgimento che si è giudicati.
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