L’avessero fatto altri, apriti cielo

Paolo Savona è stato indicato dal Consiglio dei ministri quale nuovo presidente della Consob, l’autorità di vigilanza sulle operazioni di Borsa. La dico diversamente, come l’avrebbe detta in altri tempi Il Fatto Quotidiano, che ora riporta la notizia con un distacco olimpico e un aplomb da giornale della buona borghesia che non ama gli strepitii: il Consiglio dei ministri di cui Paolo Savona fino a un minuto prima era componente lo vuole mettere a capo della commissione chiamata a vigilare su tutte le transazioni di Piazza Affari.

Immaginatevi se l’avesse fatto Berlusconi o Renzi. Le armate grilline avrebbero invaso l’Internet sostenute dalle schiere messe in campo dal giornale di Travaglio a ricordarci le leggi che lo impediscono, gli incarichi nei fondi di investimento avuti e le vicinanze attuali con gli stessi fondi da parte di Savona. Avrebbero intimato al Capo dello Stato di non firmare la nomina, altrimenti sarebbero già stati pronti con l’impeachment (che nemmeno esiste, qui da noi). Invece, nulla. Savona va bene così, all’amico Salvini, di sicuro, e ai pentastellati tutti, per non pervenute osservazioni in merito.

Di questi cambiamenti di giudizio a seconda dei giudicati è piena la storia politica nostrana; i grillini del cambiamento non potevano fare e non fanno infatti eccezione. Una cosa, però, nella situazione attuale è differente, e piacevolmente tale: la circostanza per cui, almeno, ci sarà evitato quel rumore fastidioso che fanno quelli che battono i coperchi a ogni refolo di immoralità percepita, vera o presunta che sia, purché non riguardi loro stessi, gli amici e gli amici degli amici.

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