Se non riduce il disagio sociale, è inutile

«Mi dica un secondo soltanto, ma se dalla destra più estrema fascista, questi tentativi disorganici di presenza fascista, fino a Trump, e poi a Salvini e anche a Berlusconi, se non ci sarebbe bisogno di una sinistra responsabile, repubblicana, nazionale, europea, occidentale, che esprima una cultura di governo, che sappia parlare all’intero Paese, rappresentando gli ideali di una sinistra moderna, compiuta?», si chiede, retoricamente, Ezio Mauro durante la trasmissione di Lilli Gruber Otto e mezzo. E un Luciano Canfora estremamente lucido, risponde: «Viene da dire, purtroppo, bellissima una sinistra repubblica, eccetera, che se però governando crea disagio sociale, e questo purtroppo accade, è terreno di coltura per quel tipo, becero, di opposizione».

I dati ultimi diffusi dall’Istat sulla povertà in Italia sembrano confermare le parole del professore barese. Negli ultimi anni, il disagio sociale, le difficoltà delle fasce più basse di popolazione e le disuguaglianze (che sono il terreno in cui crescono quei movimenti e quei partiti che si vorrebbe esorcizzare con manifestazioni, convegni e appelli a una generica unità dei non meglio specificate «forze politiche democratiche») non solo non si sono ridotti, ma sono cresciuti al punto che l’Italia ha, in quello, un triste primato europeo. E in questi anni, la sinistra con le caratteristiche di cui ne parlava l’ex direttore de La Repubblica su La7 è stata al governo. E allora, e ancora, il punto è tutto qui: una parte politica che si vuole di sinistra, di quella lotta alla rimozione di tutti «gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Altrimenti, è inutile.

A favorire i capaci, a dar spazi ai meritevoli, a permettere ai migliori di vincere bastano le leggi di natura, o la destra, che è la traduzione di queste in un linguaggio simbolico più ampio e meno romantico. Lo scopo e l’abbrivio da cui la sinistra nacque e mosse i passi fu proprio, e al contrario, la tensione all’eguaglianza, al far sì che anche chi, per mezzi o possibilità, non riusciva a farcela da solo, potesse avere una speranza di morire meglio di come era nato.

Se pure questa togliamo, allora non rimane ragione perché essa sopravviva alla storia che le dette vita.

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