Una triste campagna elettorale all’orizzonte

«Il problema delle banche non era il Pd. La commissione d’inchiesta ieri lo ha dimostrato: avevamo ragione noi, qualcosa non ha funzionato». E ancora: «Non sono euforico su quel che è successo ieri, ma il tempo è galantuomo. Chi è intellettualmente onesto deve riconoscere che la battaglia che avevamo fatto non era basata su simpatie e antipatie ma su dati di fatto. Noi non abbiamo commesso nessun pasticcio. E non abbiamo alcuna esigenza di riaprire la discussione né le polemiche su Bankitalia. Il Pd esce a testa alta». E poi: «Ieri il procuratore di Arezzo Roberto Rossi ha spiegato che non c’è nessun profilo penale sul padre di Boschi, evidenziando piuttosto le responsabilità di Bankitalia. Questa vicenda è stata considerata come grande alibi per non affrontare il vero problema e cioè che un sacco di famiglie e risparmiatori sono stati fregati. Boschi ha parlato in Parlamento. Il luogo per avere giustizia e per chiarire definitivamente saranno le querele».

Così Matteo Renzi, durante la trasmissione Circo Massimo condotta da Giannini su Radio Capital, ha, dal suo punto di vista, chiuso la vicenda di Banca Etruria, assolto il padre della Boschi e spiegato che, sulle banche in generale, i fatti hanno dimostrato che il Pd aveva ragione e la Banca d’Italia, evidentemente, torto. Non c’entra nulla il fatto che quella sia solo la versione di uno dei protagonisti della vicenda, peraltro quello nel ruolo dell’accusatore, che le parole di un procuratore non sono sentenza e che l’altra parte sostiene una tesi esattamente opposta. No, lui prende il pezzo che gli conviene e ne fa verità. Gli altri, i suoi oppositori, non perderanno tempo a ricordare che lo stesso procuratore è stato consulente del suo Governo, a puntare il dito sulle cose ancora non chiarite, a dire che, in fondo, è sempre un esecutivo del suo partito ad aver confermato il vertice di Palazzo Koch. E così, fra cardini e margini d’un populismo ogni giorno più aggressivo, i volti del potere si fingono descamisados e gli urlatori di ieri vestono in grigio per rassicurare i moderati, disegnando nel profilo dell’orizzonte una triste e brutta campagna elettorale.

Sarà la vecchiaia che incombe, sarà che alcune le ho già fatte, sarà perché da un po’ ho cose migliori e più sensate per cui impegnare il mio tempo, però non ho affatto voglia di seguire uno scontro all’ultimo voto giocato su quei temi e con quegli argomenti non ne ho affatto voglia. Soprattutto, non mi va di vedere rappresentanti istituzionali che per paura di non prendere i voti che sperano, sparano su altre istituzioni, compromettendo fino alle radici l’albero sui, o nei, cui rami siedono.

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