E Νέμεσις sorride

«Nelle schermaglie di queste settimane, la vera sfida si gioca sulla capacità di imporre agli altri la propria agenda; di scegliere l’avversario e di imporgli un’identità di comodo, in modo da ridurne credibilità e margini di manovra. Sotto questo aspetto, la Sicilia ha dato un vantaggio a centrodestra e M5S. E entrambi cercano di mantenerlo rispetto al Pd. Lo scontro finale nell’isola tra i candidati di Silvio Berlusconi e di Matteo Salvini, e quelli di Beppe Grillo e Luigi Di Maio, permette di accreditare un “voto utile” tra loro, escludendo il partito di Matteo Renzi. E costringe i dem a inseguire per riacquistare un’identità che oggi appare confusa».

Sono parole di Massimo Franco, per Il Corriere della Sera di ieri. E immagino che il colto notista si sia non poco divertito per la curiosa circostanza che giustamente le sue parole sottolineavano. Il Pd, in altre stagioni facile cavaliere di quel destriero chiamato Voto utile, oggi rischia di rimanere appiedato perché su quella stessa sella (probabilmente un basto per brocchi, dato il risultato che la volta scorsa seppe riservare a chi ne tentò la cavalcatura) son già montati altri, nel caso, i suoi sfidanti principali. E così, scrive Franco, deve inseguire, quasi tenendosi alla coda del sauro scalpitante (o del ronzino ragliante, si diceva), acconciandosi a ripescare le politiche e le pratiche (e le figure e i protagonisti, ovviamente) che considerava già rottamati e archiviati dai tempi in cui la nuova stagione dei giovani e belli vide l’alba.

Davvero, è curioso, ma è anche divertente vedere annaspare nella lotta contro i mostri che essi stessi hanno generato i protagonisti della politica: Berlusconi contro la demagogia semplificatoria del «ghe pensi mi»; i grillini contro i muri eretti per garantirsi una diversità che nei fatti in pochi hanno notato; i dem nostrani contro quella narrazione dell’unico «argine al populismo» e «alternativa al berlusconimo» che adesso dai competitors è facilmente fatta propria e agitata quale vessillo elettorale.

E di tutto questo, Νέμεσις sorride.

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