Effettivamente, una rivoluzione non può essere legale

Le vicende catalane, nella (almeno a guardarla da qui) apparente follia generale in cui si sono svolte, un risultato credo lo abbiano ottenuto, grazie all’intervento della Guardia Civil e la gestione della situazione, dopo la sentenza di sconfessione del percorso referendario emessa dalla Corte costituzionale ispanica, fatta dal governo di Madrid; un risultato paradossalmente favorevole agli indipendentisti di Barcellona, e cioè quello di, adesso sì e concretamente, spaccare la Spagna. Niente, penso, potrà più essere ricomposto come se nulla fosse accaduto, dopo le immagini che tutti abbiamo visto scorrere domenica in tv.

Ma la domanda che mi pongo, ed è di carattere generale, non strettamente cucita sulla questione catalana, è però un’altra e differente: se davvero una popolazione intera, nella sua totalità o a stragrande maggioranza, con forza e convinzione volesse l’indipendenza dallo Stato a cui appartiene, credete sinceramente che basti come risposta dire «il vostro referendum è illegale»? In effetti, a pensarci meglio, sì; chi vuole separarsi da una comunità nazionale senza che le regole lo consentano, persino in un sistema democraticamente organizzato, si pone, ipso facto, al di fuori della legalità che quell’ordinamento giuridico ha definito. E se vuoi superare lo stato di diritto, non chiedi un referendum, non ti poni nel solco dei processi codificati e accettabili, semplicemente perché non più andare contro la legge rimanendo nella legalità: se vuoi una cosa che l’assetto costituzionale vigente vieta, fai la rivoluzione.

Così facendo, però, la democrazia formale si dimostra, come sta accadendo in Catalogna, incapace di accogliere e contenere processi complessi e, volendo semplificare, “irrituali”. Il rischio di tutto questo, ovviamente, è quello di spingere coloro ai quali tutti gli spazi si negano (o che li sentano negati senza che ciò sia necessariamente vero, perché in democrazia non si può far tutto, ma non è questo il punto e di poco il considerarlo cambierebbe la sostanza delle cose) sulle strade di un confronto oppositivo e radicale contro l’ordine costituito.

In generale, se un gruppo significativo chiede con forza qualcosa, dirgli «è al di fuori delle regole» può non bastare, se non a spingerli a tentare di sovvertire l’impianto stesso di quelle regole. Ora, uno potrebbe dirmi: «pure la mafia chiede fortemente qualcosa, non è che glielo si possa dare». Giustissimo, come si accennava, non è che in democrazia si possa far fare a tutti ogni cosa. E infatti, anche la mafia cerca di sovvertire l’impianto delle regole.

Quello che manca e che è mancato nella questione spagnola, credo, sia la politica. Quella capace di comporre i dissidi e quella in grado di risolvere le questioni, accogliendo e contemplando le ragioni, se tali sono, o cercando di risolverle e, quando siano solo la strumentalità su cui un’azione delittuosa poggia, come nel caso di organizzazioni criminali radicate sul territorio (ad esempio la mafia, appunto) o di movimenti interessati esclusivamente al lucro del malessere per fini elettoralistici, di prosciugarne l’alveo in cui si alimento.

Altrimenti, con la battuta di prima, rimane solo la “rivoluzione”, per cui non serve nemmeno la maggioranza.

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5 risposte a Effettivamente, una rivoluzione non può essere legale

  1. Fabrizio scrive:

    “summa”, primo racconto dal titolo:
    – il pentacolo dei diritti-
    dai primi principi etici-europei del 1689 al 1889 convenzione aja , primo giro del mondo; dal 1889 al 2004 secondo giro del mondo.
    Due giri del mondo e i Cinque Elementi Metafisici ; spirito europeo e spirito internazionale , aria e terra, fuoco e acqua.

  2. Fabrizio scrive:

    pentacolo con lati centenari:
    -spirito, secondo principi etici del 1689
    -aria , secondo diritti dell’uomo del 1789
    -fuoco, secondo leggi, su usi guerre terrestri ,convenzione aja del 1889
    -acqua,secondo carta sociale europea del 1999
    -terra,…

  3. Fabrizio scrive:

    secondo pentacolo:
    -spirito, secondo i “quattordici punti” presidente wilson del 1918
    -aria,secondo dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1945/48
    -fuoco, convenzione internazionale sui diritti civili e politici del 1976/77
    -acqua, carta dei diritti fondamentali del 2004
    -terra,….

  4. Fabrizio scrive:

    “summa”:secondo racconto dal titolo:
    – i 5 giri del mondo e il capitalismo –
    – spirito, mercato degli schiavi del 1711
    – aria, commercio e finanza nella strada di wall street del 1792
    – fuoco , panico mercato azionario del 1873
    – terra , …. nel futuro 2035 ?

  5. Fabrizio scrive:

    capitalismo,
    -spirito, economia e finanza 1890-1914
    -aria , breton wood 1944
    -fuoco, fine breton wood 1971 e nuovo ruolo fmi
    -acqua, la nascita di bce 1998
    -terra, …. 2025 ?

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