Tutt’al più, sbiadito

In una causa presso la corte d’appello dell’Alabama, un avvocato riuscì a far assolvere Jim Rollins, uomo di colore accusato di miscegenation, mescolanza razziale (sì, allora negli Usa vigeva una roba del genere), perché la donna con cui aveva avuto una relazione, Edith (nome cambiato, com’era uso allora, ma non c’è traccia di quello vero) Labue, emigrata sicialiana, per i giudici non era bianca al di là di ogni ragionevole dubbio. Per quella corte, infatti, «non si poteva assolutamente dedurre che ella fosse bianca, né che fosse lei stessa negra o discendente da un negro», e pertanto affermare che in lei non scorresse quella goccia di sangue nero buona a “contaminarlo” (mi si perdoni una parola che le virgolette non attenuano nella sua inciviltà), e quindi, quel reato contro la “purezza” (vale quanto detto prima) bianca non poteva essere commesso dall’imputato, perché probabilmente già avvenuto.

Follie del 1922, lo stesso anno in cui Mussolini prendeva il potere e i suoi “intellettuali” e “scienziati” (no, qui le virgolette servono proprio a sottolineare il portato assurdo di quei titoli in riferimento a quei tali) si preparavano a spiegare al mondo che l’italica stirpe altro non fosse che ceppo ariano (boh). Ricordo che quando lessi questa storia nel libro L’Orda, di Gian Antonio Stella, pensai alla pubblicità del detersivo Ava con Calimero, vista da bambino in qualche replica di Carosello (ché io sono nato dopo). La massaia (di fattezze e colori teutonici, casualmente?) intenta a lavare i panni, vedendosi arrivare il piccolo pulcino triste, lo prendeva con se e lo immergeva nella tinozza rassicurandolo: «no che non sei nero! Sei solo sporco». Ecco, al contrario, io non mi sono mai ritenuto bianco; tutt’al più, sbiadito.

A parte le migrazioni primitive (e che fanno sorridere dei cercatori di quella “purezza” di cui si diceva), nel posto in cui son nato c’è davvero passato ogni popolo d’Europa e del Mediterraneo: stirpi anatoliche, genti italiche, greci civili, truppe dell’africano Annibale e schiere del gotico Alarico, longobardi e normanni, svevi e saraceni, spagnoli e altri italiani d’ogni landa. E siccome è presumibile che nessuno di questi visitatori più o meno pacifici avesse mai fatto voto di castità, è da ritenere che nel mio sangue possa rintracciarsi una goccia di tutti loro. “Bianco” è quindi un colore che lascio al foglio prima che su di esso s’imprimano i segni dell’esserci, allo spazio vuoto, non certo al pieno di vita che genera gli esseri umani.

E a quelli come Trump, Le Pen, Salvini… Rispetto a loro, rivendico l’esser d’altra razza.

Questa voce è stata pubblicata in libertà di espressione, società, storia e contrassegnata con , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento