C’è un limite alla cialtroneria?

Leggo troppe cose in questi giorni a cui difficilmente riesco a credere. E dire che sono uno abbastanza critico nei confronti della maggioranza parlamentare e del suo principale partito. Però, devo ammettere, che la cialtroneria sotto cui li vorrebbero far passare alcuni articoli, editoriali o interviste è eccessiva e ingiusta. Se non altro così credo. O almeno spero. Provo a fare una breve sintesi, così forse mi spiego meglio.

Pare, dice il Corriere della Sera, che il 62% dei parlamentari del Pd chiederebbe un nuovo sistema elettorale o la modifica dell’Italicum. Inoltre, spiega l’Huffington Post, il rinvio e lo spacchettamento del referendum costituzionale sarebbero due mosse a cui il premier starebbe pensando. E sembra, ragiona La Stampa, che se dovesse perdere quel referendum, Renzi non sarebbe più pronto a lasciare la politica, come aveva fortemente e più volte spiegato, ma solo a dimettersi dal Governo, rimanendo segretario. Se fossero vere quelle cose, vorrebbe dire che la legge elettorale che doveva copiarci mezza Europa non è così perfetta, diciamo, che la riforma costituzionale che attendevamo da anni può anche aspettare e non è poi tanto uniforme e omogenea, dato che si può correre il rischio, spacchettando i quesiti referendari, di approvarne una parte e non tutta e che quel “se perdo, vado a casa” era solo una guasconata come tante altre. Ma soprattutto, che chi aveva detto, sostenuto e votato tutte quelle cose, sostanzialmente, non ci credeva tanto, se non per nulla.

Perché il problema è tutto qui. Per mesi ci hanno ammorbati spiegando che quelle erano le riforme perfette, le battaglie campali e da cui dipendeva tutto il destino della nazione. Ora, perché hanno cambiato idea o solo perché temono di perdere le elezioni, ci spiegano che “anche no”, che si può tornare indietro, che si possono fare le cose in modo diverso, senza la retorica del “non ci sono alternative” e la minaccia escatologica della fine di tutte le cose conosciute. In pratica, ciò che dicevano quelli che si opponevano e che loro disegnavano come “gufi”, “nemici del cambiamento”, “professoroni paludati e professionisti della tartina”.

Mi faccio un’obiezione: ma non sei contento, mi si potrebbe dire, che ora vengano verso le tue posizioni? In linea di massima, in effetti, dovrei. Ma c’è un però. Loro sono gli stessi che dicevano di essere alternativi alla destra in campagna elettorale e poi ci sono finiti alleati, che spiegavano che non si poteva agire diversamente perché bisognava fare le cose che andavano fatte, purché fossero loro a farle, s’intende, che chiunque eccepisse qualcosa andava preso a pallonate, e che ora sostengono che “sì, forse quelli che criticavano non avevano tutti i torti”, e sarebbe il caso di cambiare alcune cose fatte.

All’ipotetica obiezione, risponderei con una domanda: come posso fidarmi di loro?

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2 risposte a C’è un limite alla cialtroneria?

  1. Tugnazz scrive:

    Ma chi si è mai fidato? Uno che in tv dice che il problema della farragginosità (in realtà un invito all’evasione) del sistema fiscale si risolve mettendo tutto su internet si qualifica o si squalifica da solo. Un gruppetto di fedeli e orgogliosi della propria incompetenza (Madia dixit) tenuti assieme probabilmente dalla massoneria aretina.
    Certo il Monte dei Paschi è un bell’incaglio anche per loro sul quale rischiano di essere defenestrati.
    Speriamo di non essere defenestrati noi tutti.

  2. Fabrizio scrive:

    Perche’ siamo condannati al perenne” Non e’ il momento”???
    Quando arrivera’ il sano ” giusto momento di dire la verita’ e nient’altro che la verita’ ”
    Momento giusto per tragedia Viareggio, tragedia Puglia, tragedia Banche,tragedia Nuove Generazioni, tragedia Assistenza Sociale, tragedia Idrogeologica Italiana,…

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