Per favore, mi passi i pop corn?

Ho letto con l’interesse che mediamente dedico alle notizie sul campionato dilettantistico di curling quelle relative alle ultime dichiarazioni e proposte dei dirigenti della cosiddetta “minoranza dem”. Non è supponenza, chiariamoci: semplicemente, credo che sia assuefazione, per di più confortata dalla sicurezza che comunque, in ogni caso, non accadrà nulla.

Penso, infatti, che quello di Speranza e compagni (absit iniura verbis) sia solo il penultimo penultimatum. Richiedere un congresso straordinario per decidere se si debba stare al governo con i voti degli ex berlusconiani di credo verdiniano, dopo che da tre anni ci si è felicemente, e stabilmente, accasati con quelli di rito alfaniano, non può appassionare altri che qualche certosino collezionista di spigolature e ritagli di giornali altrimenti buoni per il cesto della differenziata. Quand’anche venisse concessa, quell’assise anticipata, cosa immaginano, i “sinistri” del Pd, che possa cambiare? Non è altamente probabile (banalmente sicuro, dicono i cinici) che vinca ancora Renzi? E che faranno a quel punto i nostri richiedenti, accetteranno il risultato, piegando il loro volere al sacro verbo della maggioranza (cercando fin d’ora in quello la scusa per la propria incoerenza, sostengono i perfidi), o si dissoceranno radicalmente al punto di prendere la via dell’uscita?

Nel frattempo di scoprire come si svolgerà quest’ultimo episodio della saga di C’era una volta una ditta, noi qui continueremo a spiegare, a chi vuole ascoltarci, che quello del “governo a tutti i costi” non è l’unico orizzonte possibile per la politica. E siccome non siamo totalmente disinteressati alle sorti di quelli con cui pure un pezzo di strada insieme abbiamo fatto, distrattamente, ogni tanto guarderemo le loro avventure in tv dipanarsi fra pezzi di interviste e dibatti nei talk show.

Non dimenticando di preparare i pop corn, ovvio.

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1 risposta a Per favore, mi passi i pop corn?

  1. Enrica scrive:

    Il penoso penultimo ultimatum mi fa una tristezza infinita.
    Ormai io vedo il nazareno coma le casa di Penelope e Telemaco: una casa piena di Proci. Bersani (e mi fa persino tenerezza) può ripetere fin che vuole: questa è casa mia. Ma se non arriva un Ulisse continuerà ad essere la casa dei Proci.

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