Se li avversate, perché date loro fiducia?

«Che paura possono fare due persone che si amano? Che paura possono fare due persone che vogliono dei diritti e sono pronti ad avere dei doveri? Che paura possono fare quelle due persone che chiedono di avere un’unione fra di loro? A me fanno paura quelli che si odiano, non quelli che amano». Condivido ogni singola lettera di queste frasi di Renzi, pronunciate domenica scorsa durante l’assemblea del Pd.

Però non so rispondere a quelle sue domande. Probabilmente sarebbe opportuno chiederlo ad Alfano. O alla Lorenzin. O a Giovanardi. O a Formigoni. Già che ci siete, chiedetelo anche ai “cattodem”, qualunque cosa siano. Perché sono loro che ne hanno paura, non io, non la mia parte politica, non la sinistra. In questi giorni, sto leggendo molte critiche a quelli che tutto quello che dice il segretario del Pd in quelle parole temono. Ma, criticandoli, proprio a loro si dà fiducia. E anticipo un’obiezione: lo so che è quello il Parlamento che abbiamo, proprio per questo alcuni chiedevano di ritornare a votare ed eleggerne uno diverso, magari potendo pure scegliere i parlamentari, tutti. Per citare il Renzi che citava Frost (forse ricordando L’attimo fuggente), «due strade divergevano», solo che voi sceglieste quella già seguita e più battuta, «e quello ha fatto tutta la differenza».

Qui siamo perché a quel bivio una via e non un’altra è stata presa. Perché si doveva fare il “governo stabile” con quelli che al governo, sempre e comunque, volevano starci, anche se avevano le idee che hanno e che tutti sapevano avessero. Perché bisognava avere un percorso politico “sicuro” e “affidabile”. Perché si voleva dare a questo Parlamento una prospettiva di legislatura.

E questo è il Parlamento che era. Tutto qui.

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