Disarmiamo il Terrore

L’arcivescovo e teologo brasiliano Hélder Pessoa Câmara diceva: «Quando io do da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista». Spostando lo stesso ragionamento in un altro ambito, potremmo dire: quando ci adoperiamo per disarmare i terroristi, ci chiamano eroi. Se chiediamo dove abbiano preso le armi che usano, ci dicono disfattisti.

E capita di incontrare quello “scafato” che ti spiega che dire “smettiamo di vendere armi, e fare affari, con gli Stati che non hanno rapporti chiari con il terrorismo, prima di scoprire quei fucili e quei soldi usati contro di noi” è un ragionamento semplicistico. Poi però scopri che è lo stesso ragionamento che si devono essersi fatti al Bundessicherheitsrats, il Consiglio di sicurezza federale della Germania, composto dalla Cancelliera e altri ministri, e che li ha portati, secondo quando riporta la stampa tedesca, a sospendere la vendita di armi all’Arabia Saudita, vista “l’instabilità della regione”, termine diplomatico per dire “non sappiamo in che mai potrebbero finire, non sia mai che colpiscano i nostri uomini intenti a colpire i terroristi”. La stessa Germania che manda soldati nel Mali e aerei sulla Siria, non certo un sodalizio gandhiano, per intenderci.

Da questo lato delle Alpi, mentre il capo del Governo sembra intenzionato a non intervenire militarmente nel conflitto, e su questo sono d’accordo e “renzianissimo”, se significa stare dalla parte di chi, come pare voler fare Renzi, non intende bombardare nessuno, ancor meno mandare truppe da nessuna parte, la responsabile della Difesa sostiene che non ci sia nulla di male, né di illegale, nella vendita di bombe e pistole fra le sabbie arabiche. Sì, forse, ministra Pinotti, ma è pure “morale”? Si può ignorare il fatto che in quelle zone ci sia al potere chi, “Saudi connectionla chiama il quotidiano di Confindustria, non Lotta Comunista, per capirci, dà un sostegno non secondario a quelli che poi compiono gli attentati che tanto ci scandalizzano? Basta proclamarsi tutti dalla parte delle vittime del terrore per dimenticare come sia arrivato in possesso di quei criminali l’esplosivo con cui farciscono le cinture?

Che poi, siamo proprio sicuri che sia del tutto “legale” vendere armi al governo di Riad, come si chiede un giornale di estrema sinistra come Famiglia Cristiana? Il settimanale delle edizioni paoline scrive: «I sauditi bombardano da mesi in Yemen, al di fuori di ogni mandato internazionale, e sono i primi finanziatori dell’Isis. Eppure l’Italia, con le autorizzazioni del Governo, continua a vendere loro ingenti partite di materiale bellico. Le leggi del nostro Paese vietano esportazioni d’armi verso Paesi in conflitto armato. Ma per la ministra della Difesa “è tutto regolare”».

Ogni giorno ci ripetiamo che il Terrore va combattuto e sconfitto. Bene, anche dando al termine combattere l’unica accezione che le democrazie impaurite sembrano saper comprendere, perché non iniziamo a disarmarlo cominciando dal primo e fondamentale passaggio per raggiungere quell’obiettivo, cioè smettere di armarlo?

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5 risposte a Disarmiamo il Terrore

  1. Franco scrive:

    Finchè l’occidente (come minimo) non deciderà di destinare almeno il 30% delle spese per la difesa allo sviluppo di fonti energetiche non fossili, non ne usciremo mai. E questo antipasto di guerra mondiale condurrà fra poco (quando?) a una vera guerra mondiale, con schieramenti imprevedibili oggi.
    Comunque è forse una buona idea acquistare azioni di aziende legate agli armamenti, piuttosto che di banche locali.

    Saluti.

  2. Enrica scrive:

    Scoprirti e scoprirmi “renzianissima” mi fa un certo effetto, ma è giusto così.
    Spero che il virus però se ne vada via e che tu ed io possiamo tornare a scrivere con la consueta disistima il nostro parere sul principino di Rignano sull’Arno.

  3. Fabrizio scrive:

    Siamo sicuri, ragionevoli o consapevoli ,soggettivi o oggettivi, che per affrontare, sconfiggere,eliminare, il terrorismo basta reagire con forza e senza pietà ? Siamo sicuri che basta sicurezza e cultura contro il terrorismo? Siamo sicuri che basta rianimare la pietra angolare Schengen, che e’ piu’ importante( cosi ci dicono) della moneta unica , per garantire una cooperazione globale e una pace duratura ?
    Ieri ed oggi ci stanno insegnando a dire di ni!ne si e ne no!
    Forse un domani avremo una risposta giusta , passando dalla parole ai fatti, con un’equo sviluppo sostenibile della Socialità Globale; in parole povere, semplici, solidali, occorre un garantismo politico finanziario/economico per far vivere meglio tutti (gli altri) e per vivere meglio in se stessi( gli uni ).
    Garantismo in Affidabilita’ Politica/Giuridica”Dovere Globale” per una reale e concreta Democrazia Diretta Partecipativa “ Diritto Globale”.
    Per un libero scambio globale di beni, servizi, e persone c’e’ bisogno di consapevolezza oggettiva.
    Per concludere mi sono chiesto e chiedo a voi :
    Il terrorismo e’ un oggetto o un soggetto e/o uno strumento o una misurazione?
    La guerra e’ un soggetto o un oggetto e/o una misurazione o uno strumento
    Io sono giunto a queste risposte in relazione a ieri ed oggi :
    Il terrorismo e’ uno strumento che misura la paura per strumentalizzare la vita e misurare la persona umana.
    La guerra e’ una misura dello strumento capitalistico che misura la finanza per strumentalizzare la politica

  4. Fabrizio scrive:

    All’attore protagonista europeo” la moneta unica è meno importante di Schengen”, occorre ricordare perché non si scordi mai le basi sul quale e’ nato il trattato di Roma del 1957 e perché non si scordi mai la pietra miliare “Una Politica Comune Per Una Moneta Comune”

    All’attore protagonista di casa nostra ” Reagiamo, rispondiamo con più cultura” occorre dire che la finisca con gli specchi per le allodole .Non ci sara’ mai uno sviluppo culturale senza avere prima una reale e concreta crescita sociale.

    All’attore protagonista transalpino occorre ricordare perché non si scordi mai come definiva i poveri ” sdentati e sfigati”.

    Nell’era della globalizzazione ,oltre agli Stati Uniti d’America, sarebbe giusto pensare e credere in altri sistemi di Stati Uniti (una moneta comune per una politica comune ) ; europa, asia, africa, sud america, ………………

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