Quello che hanno insegnato

“Certo”, dice un amico, come me iscritto al sindacato, “la Boschi quell’uscita sui sindacati poteva pure evitarsela. Per me il sindacato siamo noi iscritti, così lei dice che son colpa mia i ritardi del Paese. E poi si chiedono perché non vogliamo più votarli”. “Ma no, dai”, replica un altro, governativo sempre e comunque, “devi ammettere che ha ragione. Ci vuole un po’ di ruvidezza nel dire le cose, se si vuol cambiare l’Italia”.

“Già”, di nuovo il primo, “è per quello che dico che questa che abbiamo oggi al governo è la peggiore classe dirigente mai avuta: incolta, inesperta e arrivista in modo preoccupante”. “Ora sei ingiusto”, dice ancora il , moderatamente renziano, come moderatamente è sempre stato a favore di chiunque governasse, “loro almeno ci stanno provando. La tua arroganza sprezzante è fuori luogo”. “Fuori luogo?”, ritorna il sindacalista, “ma se sono parole in perfetto new deal gattoleopoldesco. Ricordi? La Finocchiaro col ‘carrello umano’ e Marini inadatto perché ‘bocciato dagli elettori’, Veltroni ‘disastro’ e Franceschini ‘vicedisastro’, la Bindi una che usa ‘l’Antimafia per ragioni di parte’, per non parlare di Bersani o D’Alema o di quel Letta che ‘non è capace’. Non dici sempre che devo smetterla con la mia ‘becera propaganda antigovernativa’ e adeguarmi? Bene, lo sto facendo, seppure, ammetto, c’è qualcuno più bravo, forse perché disposto a perdere la memoria pur di non perdere la poltrona, per parafrasare un altro slogan della stagione che stiamo vivendo”.

Beh, tutti i torti l’amico del sindacato non li aveva. Le parole disseminate lungo il percorso che ha condotto all’insediamento al potere di questa nuova élite dominante hanno quel tono misto di arrogante autoaffermazione e sprezzante convinzione che il minimo che si possa fare per parlare di loro è ricordarne la “totale inesperienza”, ma anche la completa inadeguatezza, puntualizzare il fatto che l’ultimo libri letto sia stato “a dodici anni, alle medie”, o notare l’assoluta incompetenza di chi si ritrova sottosegretario nel dicastero che fu di Benedetto Croce, ovviamente ignorando chi fosse Benedetto Croce.

Per citare qualcosa di letto oltre le medie, quel “che mi insegnate metterò in pratica, e sarà duro, ma eseguirò meglio le vostre istruzioni”. Dopotutto, stesso testo, il mondo andrebbe considerato per quello che è, “un palcoscenico sul quale ciascuno recita la propria parte”. E a loro, a misura della qualità dei tempi, è toccata quella dei governanti.

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