Sulle alleanze. Ancora

Fra i commenti e le critiche al mio post di martedì sulle alleanze del nascente soggetto politico a cui ho aderito, Possibile, le più frequenti, e anche le meglio argomentate, sono state sul tema: “ma così si rischia la deriva movimentista, caratterizzata da un’indisponibilità agli accordi nell’attesa di raggiungere la maggioranza assoluta; la politica è pragmatismo e ricerca di alleati”. Pure a voler prendere per buone queste parole, che c’entrano con quello di cui discutevo? Io parlavo di alleanze col Pd, non delle alleanze come concetto. E dicevo che se avessimo voluto stare con quel partito, visto che in molti ci sono usciti o semplicemente han smesso di votarlo, saremmo stati in quel partito: che c’entra tutto il resto?

Nella società italiana si muovono diversi soggetti politici, non c’è mica solo il partito di Renzi; perché se uno, non condividendone o criticandone la linea tanto da allontanarsene, dice che con quello non si alleerebbe, viene accusato di velleitarismo? Non era proprio quel partito a dichiarare la sua vocazione maggioritaria? Che altro è questa se non la chiusura a ogni possibile alleanza? Non ha voluto e fatto proprio quel partito una legge che chiude all’eventualità che diversi soggetti politici si alleino? Non dicevano i suoi dirigenti che il male della politica italiana era proprio nelle coalizioni? E perché ci si meraviglia (o addirittura ci si indigna) se altri giudicano l’alleanza con un partito che fa le cose che si criticano (e ha simili posizioni in tema di coalizioni) impraticabile?

Inoltre, c’è tutto il resto. Il Pd ha scelto come privilegiati partner di governo (“perché bisogna fare le riforme”, “noi siamo responsabili”, “non ci sono alternative”; sì, sì, la sappiamo la filastrocca), da Bruxelles all’ultima delle Provincie, i partiti del centro destra: è così strano che una forza di sinistra dica che Alfano e la Merkel, Azzollini o Castiglione non sono esattamente l’approdo del proprio percorso politico?

L’obiezione per cui a livello locale le cose sono diverse non è campata in aria, ma rischia di non reggere. Perché le cose, spesso, si tengono tutte insieme, e perché, alla fine, le une spiegano le altre. Che è quello che ha fatto il Pd, quando ha spiegato che il risultato elettorale delle Europee era un viatico e una certificazione per la bontà della sua azione elettorale, o che fa oggi, quando dice che, “con Renzi segretario e presidente del Consiglio, il Partito democratico ha conquistato 10 Regioni su 12 andate alle urne”. In questa narrazione, gli altri, semplicemente, sono “non pervenuti”. E non è un problema di racconto, ma una faccenda di sostanza politica.

I temi dell’ambiente di cui si legifera a colpi di fiducie parlamentari, impattano su quei territori che poi si devono amministrare. Quelli dell’emergenza abitativa piegata alla vulgata securitaria, si scontrano con i sindaci che non possono che disobbedire alle leggi emanate. Riduzioni drastiche di trasferimenti agli enti locali, riforme frettolose dell’assetto istituzionale, provvedimenti dal sapore elettorale che pensano di finanziare con tagli ai servizi per i poveri gli sconti fiscali per i benestanti, cozzano con il lavoro quotidiano di quelle amministrazioni di cui si discutono le alleanze.

Poi, come se niente fosse, arrivano le elezioni, e chi ha approvato quelle norme e quanti le hanno avversate e criticate, magari vicendevolmente non lesinandosi toni duri e vigorose accuse, si ritrovano nelle stesse piazze e sui medesimi palchi a sostenere comuni candidati. Prim’ancora della questione di coerenza, ma a voi sembra serio?

Questa voce è stata pubblicata in filosofia - articoli, libertà di espressione e contrassegnata con , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

1 risposta a Sulle alleanze. Ancora

  1. Fabrizio scrive:

    Alleanze politichesi, compromessi politicanti,accordi e/o patti dell’ultima ora , non se ne po’ piu’!
    Ieri dalla padella “palude del patto del nazareno”, oggi e domani “se lo permettiamo e/o accettiamo” alla brace!Dalla Palude al Triangolo delle Bermude!
    Dal triangolo no, non ne usciremo e/usciranno nessuno!
    Strano che il Colui che ci sta governado, convochi od altro, direzione e consigli dei ministri per ultimo e per forza!
    Come dato di fatto basta ricordare per non dimenticare lavicenda Whirpool!
    Come dato di fatto basta ricordare per non scordare, ed ora ci risiamo, la vicenda Electrolux!Ma quanto possiamo ancora sopportare!
    Ai sindacati ha detto piu’ tessere e meno idee!
    A prescindere dal fatto che i sindacati devono innovarsi ma Il Colui ci sta governando uno specchio per guardarsi ce l’ha o si e’ frantumato a causa della prima volta che si e’ visto la sua faccia di bronzo!
    Per quanto riguarda la rappresentanza “sindacale”Il Colui che ci sta governando ha una bella faccia tosta e mentecatta!Lui , e nonsolo,che chiede delibarazione secondo coscienza per partito preso e chiede disciplina di partito per i propri usi e consumi!
    Mi domando e domando al popolo sovrano ma i politicanti e politichesi , che cistanno governado, hanno una coscienza o tutto e’ un immagine di facciata per i propri usi e consumi!
    P.S. Il ddl enti locali, che toglie diritto lavoro ai precari dei centri dell’impiego e’ ……..(scusatemi ma non cisonopiu’ parole a questo scempio …………)
    Le alternative e non solo , al colui che sta distruggendo il futuro delle nostre future generazioni, hanno la responsabilita’ e il dovere etico, morale e comportamentale di dare una svolta alla nostra storia repubblicana parlamentare.

Lascia un commento