Non capisco la polemica

Dico subito che sono contrario a qualsiasi eccesso da ricerca della trasparenza che possa trasformarsi in una sorta di voyerismo politico e che sono irremovibilmente convinto difensore del principio di indipendenza da mandato imperativo, quindi non vivo l’ossessione del controllo degli eletti. Detto questo, davvero non capisco la polemica per la decisione del M5S di pubblicare i nomi di quanti hanno votato a favore del Ddl sulla riforma della scuola.

I modi e i toni sono esagerati, e io non l’avrei fatto; però, che problema c’è? Parlare di “liste di proscrizione” lo ritengo ugualmente esagerato, per non dire di quanti accostano quella scelta a “brutti periodi della storia”. Ricordo che un paio di anni fa, quando si doveva votare sulla decadenza di Berlusconi, ero contrario al voto palese, proprio perché nella spasmodica ricerca del controllo si poteva annidare una sorta di limitazione dell’indipendenza degli eletti. A quelli (pochi, a dire il vero) che la pensavano come la pensavo anch’io, fu però spiegato che non c’era alcuna preoccupazione in quel senso e che ognuno avrebbe potuto votare come voleva, assumendosene però la responsabilità; per questo, ne deduco, fu accettato e deliberato quel principio in quella circostanza. Perché oggi sarebbe diverso?

Chi ha votato, nel recente provvedimento sull’istruzione come sull’allora decadenza, lo ha fatto in totale autonomia e, devo immaginare, con buona, o almeno sufficiente, convinzione: dov’è il problema nel conoscere i nomi di quanti, in ogni caso, hanno compiuto un atto pubblico che avrà pubbliche ricadute? Non era per quella trasparenza che si spiegava la necessità del voto palese in altre e differenti circostanze? In cosa questo caso differisce da quelli?

Vedete, io penso che simili approcci siano sempre sbagliati. Ma lo sono anche quando, votando sulla sorte e sulla libertà di una persona, foss’anche il peggior nemico, il rispetto di alcuni princìpi dovrebbe essere fatto salvo. Però, se avete spiegato in lungo e in largo, e imposto, ragionamenti come quello su Berlusconi, perché stupirsi che ora qualcuno ne usi la logica in altri modi? È per quello che alcune cose vanno rispettate sempre, oppure è mai, di che stupirsi adesso? Su cosa far polemica?

E ripenso alle parole dello Shylock di Shakespeare.

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