Quello è Juncker, da sempre

Altrimenti, perché aziende che hanno per il mondo più dipendenti di tutti gli abitanti del Benelux messo insieme, avrebbero dovuto eleggere a propria sede un posto in cui non si capisce qual è il nome del Paese e quale quello della capitale?

Adesso scopriamo che, legalmente, il Lussemburgo dava una mano a quelle aziende per eludere le tasse sui profitti che facevano negli altri Stati dell’Ue. Ma non mi dite? E io che pensavo che colossi del calibro di Amazon, Ikea, Deutsche Bank, Procter & Gamble, Pepsi, Gazprom, scegliessero la nazione guidata da Jean-Claude Juncker dal 1995 ininterrottamente fino al 2013 (e chissà senza quello scandalo dei servizi segreti che lo costrinse alle dimissioni per quanto ancora l’avrebbe fatto) solo per capire cosa diavolo fosse un Granducato.

L’attuale presidente della Commissione europea, scientemente, ha favorito delle ditte in modo che esse potessero non pagare le tasse in altri Paesi. Cioè, politicamente, ha scelto di far sì che in quelle Nazioni ci fossero meno soldi per il welfare, le infrastrutture, la sanità, la scuola, le pensioni, la ricerca, l’assistenza ai disabili, e tutto quello che finanziano le tasse. Perché, senza girarci attorno, il senso della storia è tutto qui: è stata votata la fiducia a uno che, consapevolmente, ha fatto in modo che alcune aziende non pagassero le imposte in altri Stati e che quindi, ai cittadini di questi, mancassero soldi per servizi essenziali.

Giusto? Sbagliato? Lecito? Moralmente accettabile? Sostenibile dal punto di vista politico? Io ho una serie di risposte a queste domande: sarei curioso di conoscere quelle di quanti la fiducia gliel’hanno votata.

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