Non è perché non ci fossero alternative. E nemmeno perché c’è una particolare congiuntura politica. E neppure per colpa del destino. No, le cose vanno così perché molti, anzi, i molti, vogliono che così vadano.
Prendete la riforma del Senato. La seconda camera rimarrà, anche se con funzioni diverse, ma i suoi componenti non saranno più scelti dagli elettori. Come per le Province: anche queste ci sono ancora e avranno ancora un presidente e dei consiglieri; a essere abolita è stata la possibilità di scelta di quello e di questi da parte dei cittadini.
Si poteva fare diversamente? Certo, ma chi doveva scegliere ha scelto così. Chi doveva scegliere ha scelto che nella nuova legge elettorale ci saranno nuovamente le liste bloccate, un enorme premio di maggioranza e delle soglie di sbarramento assurde e che i nuovi senatori, non più eletti dai cittadini, manterranno l’immunità.
Chi doveva scegliere ha scelto che se sei povero e occupi “senza titolo” un immobile vuoto e abbandonato, non puoi ottenere la residenza e la possibilità di avere le utenze necessarie, quali acqua, luce e gas, perdendo così il diritto a far parte del consesso civile e quello di poter accedere ai servizi minimi.
Chi doveva scegliere ha scelto che l’Italia si legasse alle regole del fiscal compact, anche se poi tutti ne hanno preso le distanze, che spendessimo miliardi nell’acquisto di macchine per fare la guerra, mentre si lasciavo cadere letteralmente le scuole, che giovani donne e uomini finissero a morire in combattimenti ipocritamente chiamati “missioni di pace”, e ritornassero avvolti in bandiere e nel trito rituale di compianto degli stessi che avevano voluto che partissero.
Non è per caso se quelle cose accadono; è per scelta. Una scelta libera, che ne ammette sempre una contraria o alternativa, altrimenti non è più tale. Una scelta che è sempre un atto di volontà e la manifestazione di un consenso. Una scelta che ha sempre degli autori e dei responsabili, che non possono nascondersi dietro l’ineluttabilità o la fatalità, ma che prendono le loro decisioni perché proprio in quel modo vogliono che le cose vadano.